E’ legittima la revocazione della sentenza pronunciata su domanda congiunta di divorzio da entrambi i coniugi, allorché la moglie scopra che le condizioni economiche indicate dal marito erano il frutto di una simulazione, allo scopo di ingannarla sulle reali capacità patrimoniali. Nel caso specifico il Tribunale di Ragusa aveva pronunciato il divorzio congiunto stabilendo un assegno modesto mensile per moglie e figli ed assegnando parte della casa coniugale.
Ciò sulla base del fatto che il marito sosteneva di aver perso la propria azienda e di averla dovuta vendere ad un prezzo irrisorio e quindi di essere stato costretto a lavorare come dipendente.
Successivamente la moglie scopriva di essere stata ingannata sull’effettiva situazione economica del marito, in quanto questi aveva effettivamente venduto la società ad un prezzo irrisorio ad una terza persona, la quale poi tuttavia l’aveva rivenduta all’attuale compagna del marito e questa a propria volta l’aveva rivenduta al marito stesso, sicché di fatto le condizioni del divorzio si erano basate su una situazione del tutto differente dalla realtà.
La Corte d’Appello riteneva legittima l’impugnazione ed accoglieva la domanda della donna, pronunciando la revocazione della sentenza impugnata e disponendo per il prosieguo del giudizio ai fini della pronunzia sull’aumento degli assegni.