La madre, investita, in seno al giudizio di separazione personale, dell'affidamento condiviso con il coniuge, che estrometta questtultimo - da lei accusato, fra llaltro, di presunti ed ancora del tutto indimostrati abusi sessuali in danno della figlioletta comune (una bambina di soli quattro anni) - da ogni partecipazione alla cura della figlia, rendendo anche assai difficoltoso ogni contatto di lui con questtultima, ed arrivando, senza avvertire né il padre, né llautorità giudiziaria, né i servizi sociali, a sottoporla ad una visita ginecologica invasiva, dolorosa e che ha traumatizzato non poco la minore, viola palesemente e gravemente i canoni sociopsiconormativi che regolano llaffidamento condiviso: a lei va irrogata, ai sensi dell'art. 709 ter c.p.c. (l. 8 febbraio 2006 n. 54) la sanzione amministrativa pecuniaria, in favore della Cassa delle ammende, di soli 1.500,00 euro, sanzione quantificata in tale ridotta misura in considerazione della possibilità (ancora astratta) che, pur essendo la madre venuta meno ai doveri ed agli obblighi collegati all'affidamento condiviso, il comportamento del marito/padre abbia ad essere dichiarato conforme alle accuse contro di lui formulate.